ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA
Con il termine Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si intende tutto l’insieme delle cure socio-sanitarie di carattere medico, infermieristico, riabilitativo e assistenziali che vengono erogate a domicilio quando una persona verte in situazione di fragilità.
Rientrano nell’Assistenza Domiciliare Integrata le medicazioni, i prelievi ematici, le iniezioni e il cambio cateteri,la Fisioterapia e tutte le prestazioni richieste dal Medico curante su impegnativa rossa o dematerializzata.
L’ADI è gratuita perché viene erogata in convenzione con il Servizio Sanitario-Nazionale.
La normativa di riferimento è l’Art. 22 del DPCM 12 gennaio 2017. Gli obiettivi dell’ADI sono:
- Assicurare un’adeguata assistenza socio-sanitaria ai pazienti che presentano le caratteristiche già elencate e chiedono di essere assistiti nel proprio domicilio;
- Evitare i ricoveri ospedalieri non appropriati e la permanenza degli anziani in un luogo di cura per un lungo periodo.
A seconda delle condizioni del paziente, si possono attivare tre tipologie di Assistenza:
- ADI a a bassa intensità sanitaria (livello 1): prevede assistenza per un massimo di 5 giorni su 7, per più di un anno.
- A media intensità sanitaria (livello 2): prevede assistenza per un massimo di 6 giorni su 7, fino a un anno.
- ADI ad alta intensità sanitaria (livello 3): prevede assistenza 7 giorni su 7, fino a 6 mesi, prolungabile.
Inoltre si possono attivare:
- ADI percorsi: per gestione catetere vescicale, gestione stomie, gestione PICC, gestione Port a Cath, ecc.
- ADI prelievi: per esami generici e gestione terapia coagulante ad esempio, Coumadin o Sintrom.
Per richiederne l’attivazione dell’ ADI è necessaria una valutazione del medico che attesti l’effettivo bisogno, che vi sia una persona – familiare o meno – che possa fungere da riferimento per gli operatori sanitari, e che l’abitazione sia idonea a garantire l’erogazione del servizio.
Che cosa sono le cure domiciliari
Con il termine Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si intende tutto l’insieme delle cure socio-sanitarie cioè di carattere medico, infermieristico, riabilitativo e assistenziali che vengono erogate a domicilio quando una persona verte in situazione di fragilità: ha una parziale o totale non autosufficienza, che sia anche temporanea, una disabilità che richiede riabilitazione oppure una malattia, per esempio oncologica, in fase avanzata che richiede cure palliative.
Rientrano nell’Assistenza Domiciliare Integrata le medicazioni e i prelievi, le iniezioni e il cambio cateteri, e tutte le cure palliative per il malati terminali, che devono essere erogate dall’Unità Cure Palliative Domiciliari (UCPDOM).
La differenza fra una generica assistenza domiciliare (per esempio il SAD – Servizio di Assistenza Domiciliare) e l’ADI è che con la prima si intende qualsiasi servizio di supporto che viene effettuato a domicilio. L’Assistenza Domiciliare Integrata è invece un servizio garantito dal SSN che prevede uninsieme di attività assistenziali sanitarie e sociali coordinate da un’Unità di Valutazione Multidimensionale della ASL.
L’ADI è gratuita perché viene erogata in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
La normativa di riferimento è l’Art. 22 del dPCM 12 gennaio 2017. Gli obiettivi dell’ADI sono:
- Assicurare un’adeguata assistenza socio-sanitaria ai pazienti che presentano le caratteristiche già elencate e chiedono di essere assistiti nel proprio domicilio;
- Evitare i ricoveri ospedalieri non appropriati e la permanenza degli anziani in un luogo di cura per un lungo periodo.
Che differenza c’è fra ADI e SAD?
L’ADI è una prestazione sanitaria, mentre il SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare) comprende i trattamenti di igiene di cui una persona non autosufficiente può avere bisogno. Igiene personale, cure nel momento di mettere a letto una persona o di alzarla al mattino, aiuto durante i pasti, accompagnamento della persona a fare le proprie commissioni, gestione di pratiche.
Quanto costano le cure domiciliari
Se l’ADI è gratuita, il SAD richiede invece una compartecipazione economica in base alla fascia ISEE di appartenenza.
Tuttavia, quando le cure domiciliari sono integrate da prestazioni di igiene o di supporto alla persona che non sono direttamente mediche, queste prestazioni vengono interamente coperte dal Servizio sanitario nazionale solo per i primi trenta giorni dopo la dimissione ospedaliera protetta. Successivamente, il SSN copre il 50% della quota, mentre il restante 50% è pagato dal proprio Comune. Ogni comune su questo aspetto si gestisce in modo diverso. Alcuni chiedono al cittadino una contribuzione sulla base dell’ISEE.
Cosa si intende con cure domiciliari di livello base?
I tre livelli
A seconda delle condizioni del paziente, si possono attivare tre tipologie di Assistenza Domiciliare Integrata, tre livelli:
-
- ADI a a bassa intensità sanitaria (livello 1);
- A media intensità sanitaria (livello 2);
- ADI ad alta intensità sanitaria (livello 3).
ADI a bassa intensità sanitaria (livello 1)
Prevede assistenza per un massimo di 5 giorni su 7, per più di un anno. Rientrano in questo tipo di assistenza tutti i pazienti, impossibilitati ad accedere allo studio del proprio medico per non autosufficienza e/o barriere architettoniche, che presentano:
- Malattie croniche non invalidanti che necessitano di assistenza sanitaria (ad esempio ipertensione arteriosa, diabete, malattie cardiovascolari in terapia anticoagulante…);
- Malattie croniche invalidanti che necessitano di assistenza sanitaria (ad esempio esiti di ictus cerebrale con catetere vescicale a permanenza, cirrosi epatica, scompenso cardiaco, anemia refrattaria, bronco pneumopatia cronica ostruttiva con insufficienza respiratoria in ossigenoterapia a lungo termine).
Per i pazienti che rientrano in questa tipologia, la necessità di accedere allo studio del medico di famiglia va da una volta al mese fino a una volta a settimana, e quella di ricevere assistenza dall’infermiere va da quattro volte all’anno a più volte durante la settimana. Nell’ADI di primo livello la necessità di integrazione è bassa, qualora siano necessarie si richiedono le consulenze specialistiche e l’attivazione dell’assistenza sociale. Si prevede che l’ADI di bassa intensità duri più di dodici mesi. Il responsabile terapeutico è il medico di Medicina Generale, mentre il responsabile organizzativo è l’infermiere o l’assistente sociale.
ADI a media intensità sanitaria (livello 2)
Prevede assistenza per un massimo di 6 giorni su 7, fino a un anno. Vi rientrano tutti quei pazienti impossibilitati (anche temporaneamente) ad accedere allo studio del proprio medico per non autosufficienza, che presentano:
- Malattie croniche invalidanti riacutizzate o complicate come ad esempio anemia refrattaria riacutizzata che necessita di trasfusione, cirrosi epatica complicata da ascite, demenza complicata da malnutrizione o disidratazione etc..;
- Malattie post-acute invalidanti come ad esempio esiti di interventi chirurgici; tumori in terapia specifica invalidante; tumori in fase preterminale.
In questo tipo di ADI è previsto che: l’assistenza del medico di Medicina Generale e dell’infermiere sia erogata da una a più volte alla settimana, che le consulenze specialistiche e l’attivazione dell’assistenza sociale siano richieste al bisogno, e che è possibile eseguire a domicilio determinate prestazioni di particolare impegno professionale (PPIP). In questo tipo di assistenza la necessità di integrazione è maggiore rispetto all’assistenza del livello I, tant’è vero che il caso viene attivato in via congiunta tra medico di Medicina Generale e infermiere. La durata prevista dell’assistenza domiciliare di media intensità arriva fino a 12 mesi. Il responsabile organizzativo è l’infermiere, mentre quello terapeutico è il medico di Medicina Generale.
ADI ad alta intensità sanitaria (livello 3)
Prevede assistenza 7 giorni su 7, fino a 6 mesi, prolungabile. I pazienti assistiti in regime di terzo livello sono quelli impossibilitati ad accedere allo studio del proprio medico per non autosufficienza, o che presentano una malattia terminale o malattie neurologiche degenerative/progressive in fase avanzata (Sclerosi Laterale Amiotrofica – SLA, distrofia muscolare); e ancora, chi necessita di nutrizione artificiale parenterale o di supporto ventilatorio invasivo. Con questo tipo di ADI vengono assistiti anche pazienti in stato vegetativo.
Nell’ADI di terzo livello è previsto che il medico presti la sua assistenza da una volta alla settimana a una volta al giorno, mentre l’infermiere da una a più volte alla settimana. La necessità di integrazione in questo tipo di ADI è elevata: l’attivazione del caso anche in questo livello avviene in maniera congiunta tra medico e infermiere che costantemente si tengono in contatto per monitorare le condizioni del paziente.
La durata dell’assistenza è prevista per un periodo non superiore a 6 mesi, anche se l’équipe può prolungare tale periodo valutando le necessità del caso.
Anche nell’ADI di terzo livello il responsabile organizzativo è l’infermiere, mentre quello terapeutico è il medico di medicina generale.
Chi può richiedere l’ Assistenza Domiciliare Integrata e come fare?
Chiunque abbia una parziale o totale non autosufficienza, definitiva o temporanea che sia, che richiede del supporto medico o infermieristico può richiedere l’ADI. Per richiederne l’attivazione è necessaria una valutazione del medico che attesti l’effettivo bisogno, che vi sia una persona – familiare o meno – che possa fungere da riferimento per gli operatori sanitari, e che l’abitazione sia idonea a garantire l’erogazione del servizio.
L’ADI viene gestita da un’equipe multiprofessionale che deve assistere il paziente e la famiglia. Dell’equipe fanno parte il Medico di Medicina Generale, il Medico della Continuità Assistenziale, gli infermieri del Modulo Organizzativo del Dipartimento Cure Primarie e, qualora sia necessario, gli specialisti, gli operatori socio-sanitari (O.S.S.), gli assistenti di base del Servizio Sociale e, eventualmente, gli operatori tecnici dell’assistenza domiciliare (OTA) e i volontari.
Per attivare il servizio ci si rivolge al Medico di base del paziente oppure nel caso dei bambini al pediatra. Per la SAD invece bisogna recarsi nel proprio comune, all’ufficio preposto.
Il Medico inoltra la richiesta alla ASL, in particolare al Servizio Territoriale di Valutazione Multidimensionale che valuta l’offerta da fare al malato. Durante il primo incontro con gli operatori, verrà stilato un Piano di Assistenza Individuale (PAI) oppure un “Progetto riabilitativo individuale” (PRI) che includono tutti i dettagli del supporto che il SSN attraverso la ASL dovrà garantire, inclusa la durata del trattamento. Il responsabile della gestione dell’ADI è il medico di medicina generale.
L’ADI è una prestazione multidisciplinare erogata dalla ASL, che valuta caso per caso la frequenza degli accessi al domicilio del malato e la tipologia di servizi da garantire, inclusi gli accertamenti diagnostici, e la fornitura dei dispositivi medici necessari, come i nutrienti.
Riferimenti bibliografici
- Ministero della Salute, Cure domiciliari
- Ministero della Salute, PNRR LINEE GUIDA ORGANIZZATIVE CONTENENTI IL MODELLO DIGITALE PER L’ATTUAZIONE DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE (Milestone EU M6C1-4)
Come funziona l’assistenza domiciliare integrata?
L’ADI è una prestazione multidisciplinare erogata dalla ASL, che valuta caso per caso la frequenza degli accessi al domicilio del malato e la tipologia di servizi da garantire, inclusi gli accertamenti diagnostici, e la fornitura dei dispositivi medici necessari, come i nutrienti. Rientrano nell’Assistenza Domiciliare Integrata le medicazioni e i prelievi, le iniezioni e il cambio cateteri, e tutte le cure palliative per il malati terminali, che devono essere erogate dall’Unità Cure Palliative Domiciliari (UCPDOM). L’ADI è gratuita perché viene erogata in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
Chi ha diritto all’assistenza domiciliare integrata?
Con il termine Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si intende tutto l’insieme delle cure socio-sanitarie cioè di carattere medico, infermieristico, riabilitativo e assistenziali che vengono erogate a domicilio quando una persona verte in situazione di fragilità: ha una parziale o totale non autosufficienza, che sia anche temporanea, una disabilità che richiede riabilitazione oppure una malattia, per esempio oncologica, in fase avanzata che richiede cure palliative.
Qual è la differenza tra assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata?
L’assistenza domiciliare è qualsiasi servizio medico o infermieristico o di supporto che viene effettuato a domicilio. L’Assistenza Domiciliare Integrata è un servizio garantito dal SSN che prevede uninsieme di attività assistenziali sanitarie e sociali coordinateda un’Unità di Valutazione Multidimensionale della ASL.
Come si richiede l’assistenza domiciliare integrata?
Per attivare il servizio ci si rivolge al Medico di base del paziente oppure nel caso dei bambini al pediatra. Per la SAD invece bisogna recarsi nel proprio comune, all’ufficio preposto.
Il Medico inoltra la richiesta alla ASL, in particolare al Servizio Territoriale di Valutazione Multidimensionale che valuta l’offerta da fare al malato. Durante il primo incontro con gli operatori, verrà stilato un Piano di Assistenza Individuale (PAI) oppure un “Progetto riabilitativo individuale” (PRI) che includono tutti i dettagli del supporto che il SSN attraverso la ASL dovrà garantire, inclusa la durata del trattamento. Il responsabile della gestione dell’ADI è il medico di medicina generale